Vittorio Lauro
Artista Amalfitano testimonianza della Scuola di Pietro e di Ignazio.
L'arte nel territorio dell'antica repubblica marinara di Amalfi permea, con la sua meravigliosa sintesi di influssi e di civiltà mediterranee, ogni angolo ed ogni sito: qui fiorirno, sin dai secoli lontani del medioevo, scuole artistiche e botteghe rinomate che hanno lasciato ai posteri segni intangibili dei pregevoli risultati raggiunti. Le idee di quei maestri, immortalate negli affreschi, nelle tavole, nelle tele, nelle sculture lignee, marmoree, bronzee ed in avorio, nelle opere musive e cosmatesche, percorrendo i secoli atraverso la naturale evoluzione degli stili e delle correnti universali, sono giunte, senza soluzione di continuità, sino ai giorni nostri. Ne costituisce un valido esempio la proficua scuola dei "Costaioli", o dei "Pittori di Maiori", che dir si voglia, prosecuzione ininterrotta delle botteghe artistiche che operarono nel territorio maiorese sin dal Quattrocento umanistico.
La causa di questa longeva fortuna artistica è forse da ricercare nelle molteplici e suggestive motivazioni offerte alle maestranze dagli incantevoli paesaggi naturali, che, non a caso, attrassero l'interesse dei pittori-viaggiatori stranieri, dai monumenti umani, dallo scambio di idee che avveniva col pretestod egli scambi marittimo-mercantili.
In questa atmosfera idilliaca, quasi di estasi e di sogno perenni, si è forgiato l'estro del maestro Vittorio Lauro, figlio del popolo di amalfi, erede a pieno titolo di un genitore cresciuto sull'impronta dei nobili valori della dignitas e della virtus, nel solco autentico della lezione trasmessa dalla Romanitas.
Vittorio visse, come tanti altri suoi compagni, il triste e faticoso passaggio dalla guerra alla ricostruzione, partecipando con forte passione spirituale a tutti i fermenti di quella sana gioventù, più avvezza agli stenti e ai sacrifici che alla ecomnodità dell'imminente e falsa era del consumismo.
Vittorio si formò alla scuola del maestro Ignazio Lucibello, degno e qualificato pittore amalfitano, allievo del grande Pietro Scoppetta, che pure in Amalfi ebbe i natali, prima di farsi conoscere in tutta Europa.
Il nostro sin da tenera età ebbe modo di mostrare le sue spiccate qualità artistiche, sottolineate da un estro multiforme, capace di spaziare senza difficoltà tra le varie manifestazioni della pittura (nelle sue distinte tecniche), della scultura, della ceramica. Numerose si sono susseguite, nel corso della sua lunga carriera, le sue esposizioni pubbliche personali e collettive, avvenute no solo nei centri della Costa d'amalfi, ma anche fuori. Questi "trampolini di lancio" lo hanno proiettato, come in una reazione a catena, verso tappe evolutive sempre più gratificanti, al punto tale da farlo annoverare tra gli artisti più celebri della regione.
Il maestro Vittorio non si è fermato alla sola produzione artistica: egli, nel corso della sua lunga professione di insegnante nelle scuole d'istruzione secondaria, ha lasciato indelebili segni della sua lezione a frotte di giovani studenti, alcuni dei quali ne hanno fatto giusto tesoro ed ora appaiono, con crescente frequenza, alla ribalta di mostre e di manfestazioni artistico-culturali i vari luoghi del territorio nazionale.
Il maestro Vittorio, vulcanico e poliedrico genio dell'arte, ha trovato ispirazione per le sue opere nel paesaggio della Costa, alla stregua dei Costaioli, immortalando negli olii delle tele, spesso dipinte a "macchie" o a colpi di spatola, ambienti naturali ed umani colti a sorpresa in distinti momenti di illuminazione cromatica. Nature morte dagli sfumati colori e dal chiaro effetto tridimensionale, ritratti ed autoritratti, sculture dal plastico cromatismo classicheggiante, ceramiche derivate dall'antico insegnamento principiato dai padri romani figulini mediante le crete rosse di Tramonti, così buone "da fare piatti più belli di quelli di Faenza", trasmesso al Medioevo segnato dalla lezione araba e dall'opera di Pietro da Eboli, cretaro nell'ultimo quarto del secolo XIV in un sito di Amalfi che in seguito fu detto "Faenza" e, quindi, alle "faenziere" di Vietri, rappresentano oggi, quale prezioso completamento, la vasta ed ampia produzione del nostro artista amalfitano.
Sempre vivo è stato in lui l'amore riverente per il passato storico di Amalfi e della sua Repubblica Marinara, per cui anche egli si è inserito nel novero dei "pittori della storia di Amalfi", accanto ai ceramisti Renato Rossi e Diodoro Cossa, al pugliese atranese d'adozione De Vanna, agli amalfitani Ignazio Lucibello e Mario Di Lieto.
Le tele di Vittorio rievocano, pertanto, i fasti della repubblica, con la rivisitazione di aspetti rilevanti della storia di Amalfi medievale, con panorami urbani sul mare, tra cui spiccano cantieri e arsenali, con navi pronte a salpare per l'Oriente e personaggi in costumi aulici e popolani, con Santi Patroni libranti nell'aura divina della Costa a protezione del dolce riposo di spose e fanciulli imploranti il felice ritorno dei mariti e dei padri naviganti sul mare.
Il maestro Vittorio, come un tedoforo della classica Olimpiade, nella corsa a staffetta del tempo, conduce verso il futuro, a testa alta e con l'orgoglio positivo di chi ha imparato la lezione dei suoi predecessori, la tavolozza che fu di Ignazio ed ancor prima del Pictor Petrus.
Prof. Giuseppe Gargano